Viajar descanta, ma chi parte mona torna mona

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Un sueño argentino- ¡aparece bolivia…!

miercoles 2, 21:58 humauaca 3200 slm

TILCARA

L’altura si fa senitre, annebbiando i riflessi ma non il cuore…ed è con questo che si guarda lo spettacolo delle montagne attraversate dalla ruta 9.

Mistura…mezcla di sensazioni a pensare alla strada che conduce fino a qua…il meticciato della provincia di Jujuy…e le meraviglie di colori e di luci in montagne che sembrano dipinte!

Mi appare un disegno alla mente..come se queste quebradas non fossero altro che una similitudine di questa regione…delle sue mezclas tra argentina e boliva, castellano e quecha, con il solo fino conduttore…con la spina dorsale delle ande dritte negli immensi spazi di questo paese…

LA QUEBRADA E HUMAUACA

Ho doppiato il tropico del capricorno in questo sconfinato paese..sono passato dall’essere a uno sputo dal circolo polare antartico…dalla fine del mondo a questo norteoeste il cui calore riempie il cuore.

E allora la quebrada de humauaca, patrimonio mondiale dell’umanità e della sua biodiversità ( anche se non ancora della consapevolezza di tutto ciò negli umani), una di quelle meraviglie da cui non riesci a staccarre gli occhi. Come descrivere la sensazione che dei peli che si rizzano sulla pelle sotto la calura dei 35° gradi?

Mi vergogno un po’…mi sembra banale cercare di imprigionare con delle parole trite e ritrite delle emozioni che perdono gran parte della loro potenza per il solo fatto di essere scritte.

Mi chiedo se le sensazioni che sto provando possano essere comunicate in modo soddisfacente…come faccio a trovare le parole per trasmettere a qualcuno…qualcosa che nemmeno io so descrivere nella mia testa…

mi resta solo l’illusione…e forse tanto basta…

…e allora ci provo lo stesso…non è solo il desiderio di condividere l’emozione di vedere quanto turbinio scatena nella tua pancia il vedere dei luoghi come questo..è la gioia nel raccontare questa lavatrice…che prenda anche altri…in modo diverso…di fronte a cose diverse…in paesi e sogni diversi…ma tutti come questa inquietudine del viaggio.

E il pueblito di Humauaca ci accoglie alla luce del tardo pomeriggio, la golden light cinematografica…ci accoglie nonostante una discreta concentrazione di turisti…ci accoglie preservandosi orgogliosamente dallo stupro dei turista markettaro.

E qui niente mi ricorda la vicina bolivia…non i visi meticci delle persone…non il respiro corto dato dall’altitudine…non le casette basse color pastello..non le strade a pietroni…non le viuzze strette del centro…nulla mi ricorda la boliva…qui sono in bolivia!!!

…mi viene in mente la frase che mi disse daniele, viajero italiano…in fondo questo è un gran bel paese per perdersi….

Un sueño argentino-Salta la linda

SALTA LA LINDA

eccomi finalmente al NorteOeste….dopo una giornata incredibile…da ushuaia a salta…da una capo all’altro di questo immenso paese passando sostanzialmente tutta la giornata tra aereporti e aerei….

ho lasciato senza alcuna remore ushuaia, mai amata, e che mi aveva donato…giusto per regalo d’addio un bel mal di gola e un poco di tosse!

Atterro a salta dopo una giornata di sbatacchiamenti e disagi e i miei timori, veri o presunti, si dissolvono nello spazio d’un paio d’ore….trovo un ostello molto caloroso e frikettone, faccio amicizia con dei ragazzi che gestiscono un chiosco per strada e finisco la serata a birra e chiacchere con alcuni ragazzi dell’ostello e altri salteños!!! dopo la stanchezza e la formalità delle compagnie aeree, la serata mi fa immergere nell’atmosfera positiva del calore umano e dei rapporti umani semplici e diretti.

Stamattina visito Salta, de verda la linda, città che ti conquista da subito….e mi sono lasciato trasportare dal ritmo lento…dalla tranquillità del rumbo della vida.

E mai come ora mi sono sentito in LatinoAmerica…mai come ora ho visto…negli incantevoli giardini e parchi sparsi per la città….nella meraviigliosa Plaza 9 de Julio…nei visi meticci della gente…nelle tante piccole casette basse color pastello….mai come ora Buenos Aires sembra in un altro stato…quasi in un altro continente.

Concedersi una pausa all’ombra dei giardini della Plaza 9 de Julio, con una “humita” in mano e la visuale della bella cattedrale prima di gironzolare a tempo peso per la Ferria Artesanal del paseo Balcarce.

Stasera mi incontro con una Csurfer francese per decidere che fare nei prossimi giorni. Lei mi ha proposto di affittare una macchina per fare delle escursioni in alcune Quebradas. Mi pare una buona idea….sennò domani mattina si va a Humauaca!!!

Un sueño argentino-Tierra del Fuego

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un sueño argentino- viva la pancia!!!

viva la pancia

e viva questo viaggio

che mi ha insegnato alcune cose pratichedi cui tenere conto

e la prossima volta non prenoto i voli interni

e mi faccio anche la carta di credito

viva questo viaggio

e viva cambiare in itinere

e avere più tempo

perchè più ne hai più ne vuoi di più

e viva la mia inquietudine che non ne ha mai abbastanza

soprattutto di domandare e dubitare

e viva gli incontri che ho avuto che hanno fatto questo viaggio speciale

abbordati su un bus o contattati via email

e viva i mille caffè presi, i mate da solo o in compagnia

viva le attese alle stazioni dei bus fucine di incontri incredibili

e viva il calore della gente che ha dipinto il mio sorriso in queste settimane


un pensiero speciale, di vicinanza, di solidarietà umana, di vicinanza e di stima

a chi mi ha parlato di riquelme e di maradona in un taxi a buenos aires

a chi mi ha aperto il suo cuore e quello della sua città

a chi non si stanca dei miei deliri

a chi ho trasmetto pace e tranquillità

a chi ha mollato barcellona per la patagonia

a chi ha scritto della patagonia e a chi regala un libro

a chi condivide l’inquietudine

a chi prova a parlare con me in spagnolo anche se è tedesca

a chi ha mollato l’italia per venire a ushuaia

a chi a decine…europeo ormai perso in latino america

a chi ha condisivo con me una sera, un’emozione

a chi crede che ci siano molti “sud” al di là della geografia

a chi crede che partire rende sempre più ricchi

a chi mi è stato ad ascoltare

anche quando sembravo pazzo

a chi pensa che c’è sempre un nuovo viaggio da preparare

a chi tiene una moleskine, un quaderno, un notes di viaggio

a chi ho trovato, incrociato, ritrovato a ogni latitudine

a chi non si stanca di domandare…qualunque sia la domanda

e grazie

grazie a chi mi ha sostenuto dal primo momento incondizionatamente

grazie a chi mi ha dato del pazzo, dell’incosciente, dell’immatura e persino dell”irresponsabile

grazie a chi mi ha detto ma che cazzo fai ad andare da solo?

grazie a chi ha capito che non mi avrebbe potuto fermare

grazie a chi mi ha sostenuto con un libro, con un sorriso, con un abbraccio, con una mail

grazie a chi mi suggerisce nuove mete e nuove idee

grazie a chi è venuto in aereporto e non trovava le parole per salutarmi

grazie a chi mi regala o mi suggerisce spugne

grazie a chi mi ha sopportato in tutti questi mesi di deliri

grazie a chi è innamorato della locura argentina

grazie a chi sperava che i miei deliri finissero con questo viaggio

e grazie a chi non si è illuso che questo accadesse

grazie a chi fa leggere le moleskine anche alla sua mamma

grazie a tutti quelli di cui non dirò il nome per non dimenticare qualcuno

grazie a tutti quelli che ho accanto a me, a solo pochi km di distanza…a solo 15000…

grazie a chi non mi conosceva ma a capito nel giro di due mail il significato di questo viaggio

grazie a tutti quelli che si sono riconosciuti in qualche frammento di questo delirio…

e mò basta sennò divento mieloso….

Un sueño argentino-La baia

La prima impressione con ushuaia è stata quella di incomprensione reciproca: troppe erano le distanze perchè ci potessimo incontrare in qualche terreno comune. Come avevo scritto nel post precedente il sentimento dominante in questi giorni era quello del disgusto, provocatomi da un impatto terribile con questa città, consacrata al marketing di se stessa.

Seguendo la pancia, questa benedetta coscienza salvifica, e armato solo di zaino leggero e moleskine mi sono allontanato da lei, provando a vedere se le distanze potessero avvicinarci. Come se una certa distanza potesse permettere, in un secondo tempo, un avvicinamento più sereno. E mi sono messo alla ricerca di cosa poteva permettermi di avere una distanza da Ushuaia: mi sono chiesto se sarebbe stato più utile via terra o via mare.

E ho cominciato a camminare….

a camminare in direzione del glaciar…lungo il suo caminito…per provare a vedere ushuaia, le sue cose e le mie cose dall’alto. Non è una passeggiata lunghissima quella che ho fatto, ma è comunque di una certa rilevanza: 5-6 km.

Sono arrivato sino a dove mi pareva di aver ushuaia e tutta la baia sotto il mio sguardo…e lì mi sono concesso un po’ di riposo ( anche perchè non sono abituato a camminare così tanto ed ero un poco stanco). Seduto lì…ascoltando i gradevoli rumore provenienti bosco…sorseggiando mate…mi sono sentito finalmente sereno.

Già durante l’uscita dalla città avevo potuto apprezzare il vero volto di Ushuaia che, seppure costellato da macchine semi-distrutte, alcune strade e sassi e relitti di ogni genere e specie, non mi ha fatto un impressione negativa. Nonostante tutto questo oggettivo bruttume era una città vera, in carne e ossa, senza la maschera di plastica autocucitasi addosso a uso esclusivo di turisti dal portafoglio gonfio.

Da quella collina ti rendi conto di come Ushuaia sia un piccolo porto circondato da montagne da ogni lato uno si volga. Da ogni lato si posso ammirare il bianco della neve sulle montagne, il blu intenso delle acque della baia, il grigio impalpabile della foschia in alta quota….

E’ lì che mi sono riconciliato con questa piccola città prendendola per quello che è e non pretendendo nulla da lei. In fondo sono qui per motivi che riguardano me molto di più che lei….la prendo per quella che è…una sorta di metamaschera di se stessa…e mi concentro solo su quello che rappresenta.

Ushuaia era per me una sorta di sfida di limiti personali: la sfida di arrivare fino a qui via terra, passando tutta la Patagonia, in questo viaggio lento…

Sono nella città più a sud, però sono consapevole che non si esaurisce qui il mio “Sur”…ci sono tanti altri “sur” che la mia inquietudine mi farà andare a cercare…

per il momento il dado è tratto. La decisione è presa.

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