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Vino&Cazzate

 

Negli ultimi anni il settore vitivinicolo salentino ha conosciuto una nuova fama, grazie all’eccellente lavoro in termini migliorativi di molti produttori. La ricerca della qualita’ e’ diventato il volano per riaffermare l’importanza di radici e territorio. Alcune cantine,tra le altre, hanno sviluppato questo concetto. E sono andato a trovarle.

 

Cantina Due Palme

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La prima tra le cantine visitate e’ stata Due Palme, cooperativa da 10 milioni di bottiglie l’anno ed un esempio virtuoso di connubio  tra terroir, qualita’ e tecnologia.

Salice Salentino riseva 2010: complesso, spiccatamente speziato e  con gradevoli sentori balsamici. Dorato di una persistenza importantissima. Avvolge morbidamente il palato. Vino da amare.

Malvasia Nera 2015:fresco e delicato, con sentori di marasca e more. Morbido e avvolgente. Piacevole sorpresa.

 

CANTELE

Cantele è una bella azienda agricola e realtà produttiva in quel di Guagnano, piccolo paese all’interno della DOC  Salice Salentino. Particolarmente apprezzata la visita tra cantina e degustazione:siamo stati accolti da Alex e guidati da Federica nel percorso in un atmosfera conviviale che trasmetteva passione per il proprio lavoro. Li conoscevo da prima, ma ho aprofittato dell’occasione per degustare 3 vini che mi incuriosivano

Rohesia Brut Metodo Classico :spumante metodo classico da uve Negramaro. Ho trovato molto interessante l’idea di sfruttare la naturale acidità del negramaro. Ne risulta un vino fresco, con decisi sentori di panificazione, armonico e abbastanza equilibrato. Discreta la mineralità. Spero che Cantele ci creda e continui perchè ha margini di miglioramento.

Fanoi (2011): top di gamma secondo l’azienda, è un primitivo in purezza con lungo passaggio in legno a smussare gli angoli. Complesso nel fruttato ,con sentori di sottobosco e confettura di marasca, con un’avvolgenza esaltante. Tannini ancora da smussare completamente. Sulla strada della gloria!

Le Passanti(2014): il mio primo vino passito da uve Fiano lascia la bocca piacevolmente piena di frutta tropicale e pesca sciroppata. Abbastanza persistente e armonico, si presenta come una gradita scoperta.

 

Finibus Terrae- Ringraziamenti

 

 

 

 

 

La nostalgia canaglia che mi attanaglia mentre scrivo questo post e’ l’altra faccia della medaglia di un immenso grazie per questa terra e per le sue genti: senza di loro la bellezza di questa terra non sarebbe cosi’ viva!
Per la generosita’,il calore e le infinite discussioni sul dialetto a Massimiliano, Fernando e Marco di Lecce
Per i porzioni “leggere” di orecchiette, l’ironia, la genuina e calorosissima ospitalita’, il loro esserci Lucia, Angelo e Mary di Struda’
Per l’incredibile aiuto nelle difficolta’, la generosita’ grande grandissima immensa, le pazienza nel mostrare e spiegare i segreti della campagna e l’affetto gigantesco che mai potro’ ripagare a Salvatore, Liliana e Anna di Martano .Con la menzione speciale per Nonna Maria e la sua tavola imbandita.
Per un cuore grande come lu capu, gli insegnamenti sul vino bio e la farina un grazie iperbolico a Antonio, Anna e Manuela di Tricase.
Per le serate, il calcetto e il karaoke un ulteriore grazie a Salvatore S., Salvatore C., Francesco, Massimiliano e Alessandro di Specchia
Per avermi fatto sentire piu’ che a casa, meglio che a casa, poppita in mezzo a poppiti, per un amicizia e un legame piu’ lungo dell’ Adriatico un grazie incommensurabile a Nuccia, Niccolo’, Luciana, Claudia e la piccola Giorgia, Pasquale, Erika e la piccola Viola di Specchia
Per  dire grazie all’amico ritrovato, al compare, al fratello acquisito Alvaro di Specchia. Non ci sono parole che possano esprimere il sentimento di gratitudine: non mi resta che fraternamente abbracciarti piu’ forte che posso!

Finibus Terrae- Il Salento oltre lu sule, lu mare e lu ientu

 

 

 

 

Chiariamo subito un concetto: è in ragione dell‘amore per le mie radici e per questa terra che sento crescere queste domande.
Dopo 7 anni  di crescita costante di  presenze dei turisti il Salento  ha raggiunto la vetta della classifica: prima meta assoluta in Italia. Questo innarrestabile successo è frutto di diversi fattori:l’immagine pubblicitaria di un paradiso balneare,una  natura meravigliosa, una tradizione culinaria eccelsa ed un festival musicale ,”La notte della taranta”, che ha indiscussi meriti culturali.
“Non possiamo vivere solo di pomodorini e frisedde” disse il padre di una mia amica parlando del turismo, cioè di quello che è diventato il  principale settore economico provinciale. E come coniugare una vocazione turistica che porti visibilità ed entrate economica senza snaturare il tessuto sociale e comunitario salentino e senza cedere alle lusinghe del Dio Cemento e della devastazione del mare più bello del mondo?
Negli ultimi anni il Salento è stato capace di esprimere un movimento musicale e culturale ( la pizzica, i Sud Sound System, il cinema di E.Winspeare tra gli altri) capace di creare un sentimento identitario salentino così forte da potersi imporsi a livello europeo ed aprirsi a nuove influenze. Lo stesso amore per le proprie radici non può dunque rappresentare la guida per un modello di sviluppo turistico ed economico di un Salento che ama e preserva le proprie bellezze? Un sistema  che punti a valorizzare le proprie coste, i propri borghi,le meraviglie architettoniche del barocco senza cedere alla cementificazione selvaggia?
Osare di più: credere in un turismo che sia sostenibile per l’ambiente è preservare il tessuto sociale di quel territorio.
Io credo che la vera sfida che ci attende ( e mi ci metto in mezzo anchio, anche se non ho alcun potere decisionale) sia quella di creare una proposta che viaggia su due binari forti: quello culturale e quello della mobilità. Appoggiare e sostenere iniziative culturali è indispensabile ma non basta: ci vuol il coraggio politico  di promuovere una mobilità turistica che privilegi i mezzi alternativi al mezzo privato. Potenziare una sistema treno+bicicletta e/o treno+autobus fino a raggiungere un livello di servizio in cui NON c’è bisogno di una automobile credo sia la vera sfida per un territorio bellissimo che vuol rimanere tale.

 

Finibus Terrae- Gioie e dolori di un cicloviaggio salentino

 

 

 

 

 

 

+

Viaggiare in bici ne lu salentu offre la possibilita’ di percorrere strade secondarie da ammirare: costiere a picco sul mare piu’ bello del mondo, uliveti secolari a perdita d’occhio e pajare ( vecchie case di campagna) sono luce per gli occhi.
Gli sguardi increduli e stupefatti delle persone mentre pedalavo: non credevano ai loro occhi!
La cortesia e la disponibilita’ rinomata dei salentini aumentava quando mi vedevano arrivare con la bicicletta!

In due settimane non ho incontrato nessuno, ma proprio nessun cicloviaggiatore...e a volte mi sarebbe piaciuto incrociare saluti complici di gioie e fatiche
Le domande idiote di qualcuno che, dal suo Suv, dopo avermi guardato terminare l’ennesima salita mi faceva i complimenti con un sorriso beota.
I cosidetti percorsi cicloturistici del basso salento e le ciclabili di lecce: mettere dei cartelli nelle strade di campagna senza un minimo di percorso o collegamento e’ perfettamente inutile; pitturare i marciapiede di lecce con dei disegni di bicicletta NON e’ fare una ciclable, e’ fare una stronzata!
Il servizio trasporto bici FSE: e’ un servizio quello per cui devi chiamare un telefono per vedere se quel treno ha il vano apposito?se poi non ti rispondono come e ‘ successo a me? Devi andare alla stazione a litigare con il capotreno perchè non c’è il vano bici? Organizzare degli orari in cui segnali quali treni hanno il trasporto bici e quali no e’ cosi’ impossibile?

Finibus Terrae- il Capo di Leuca

 

 

 

 

 

 

Specchia

Lo premetto: mi e’ impossibile essere obbiettivo e distaccato…ci ho passato l’estate per 18 anni in un paesino arrocato nel colle piu’ alto del Salento ( 131 metri s.l.m.) improvvisamente assunto tra i borghi piu’ belli d’Italia. L’opera di trasformazione e valorizzazione svolta negli ultimi dieci anni ha sicuramente avuto dei meriti innegabili: il continuo aumento delle presenze si turisti e la bella ristrutturazione del centro storico sono innegabili. Dopo 15 anni che non tornavo la sensazione di straniamento e di stupore e’ stata innegabilmente forte. Restano, accanto accanto ai meriti di aver sistemato e abbellito centro storico, palazzo della biblioteca comunale e castello, anche gli atavici problemi di mobilita’ di un paese raggiungibile SOLO in auto e con uno stato pietoso delle strade.

Alessano

Questo paesotto dti 5000 abitanti mi piace chiamarla la piccola perla del Sud Salento. Lungo la strada che da Maglie porta al Capo di Leuca, su un piccolo colle, sorge questo pittoresco borgo dagli edifici di bianco tufo. Il dedalo di vicoletti e coorti parte da Piazza Don Tonino Bello ( conosciuta semplicemente come la “chiazza” ) disegnando un piccolo labirinto di uscii, patii, finestre e donne sedute in strada a prendere il fresco. Una gioia, seppur piccola, per gli occhi che rimane costante negli anni!

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