il 2015 per il girandoliere è stato un anno molto ricco di viaggi: infatti durante quest’anno ho caricato lo zaino di poche cose e sono partito spesso per andare a vedere con i miei occhi posti nuovi come la frizzante Bristol, ho caricato gli borse e con la mia fidata bicicletta ho solcato il Danubio, sono tornato nell’amatissimo Salento, dopo tanto mancare sono tornato nella fiorita e ordinata Olanda, con in mezzo una capatina in Toscana, e un weekend enograstronomico a Palermo!
E dopo girovagare è giunto il momento di dare i numeri, anche per quest’anno del blog!
Forse la grande e vera Casbah di Palermo: chiudete gli occhi e aprite le orecchie, perche sia l’udito a farvi da cicerone. Ballarò è il luogo dove trovare ogni genere di merce ( legale e non) e’ una bolgia di corpi e suoni, di cantilene dei venditori in mezzo alla calca, di banchetti improvvisati al lato di un marciapiede, del vociare della contrattazione tra clienti e venditori.
Trovano un loro ordine astrale I banchi del pesce, pigiati accanto a quelli dei pappagalli, giusto di fronte al paninaro con carne alla brace e a quello che vende sigarette di contrabbando.
Ballarò, Palermo
In questo carnaio , a tratti indistinto e indistinguibile di uomini, donne e bestie fanno tenerezza i salamelecchi d’un barista che ti serve il caffe, la stoica indifferenza dell’avventore che fuma sotto il cartello di divieto di fumo, la stucchevole gentilezza del venditore di sigarette di contrabbando.
Ballaro sembra una specie di microstato indipedente nel cuore di Palermo: luogo di folklore, di sapori e odori forti ma anche dicase diroccate, di personaggi di dubbia moralità e di commerci illegali.
A lato della trafficatissima via Roma, in direzione del porto turistico, si snodano i quartieri di Magione e Vucciria.
Magione
Risalendo il quartiere dalla Cala, il porticciolo, ci si immerge gradatamente in un’altra dimensione spazio-social-temporale.Magione e’ un inestricabile andirivieni di stradine, nel pieno centro di Palermo, da vivere in apnea sensoriale, rispetto al mondo esterno.Il vociare cantilenato degli avventori che esce dai numerosi locali di via paternosto si mischia al cicalare stretto stretto delle comari che si affacciano dalle mille porticine dei vicoli. Il continuo susseguirsi di vicoletti in pave a volte sfocia e si apre negli spazi di Piazza Marina o Piazza Magione. Verso il tramonto diventano una bolgia dove uomini, motorini, macchine e cani trovano un ordine non comprendibile al visitatore, abbagliato da un apparente caos dantesco. Zona affollata di locali, vinerie, osterie, pub e focaccerie per ogni gusto e tasca.
Quartiere Vucciria-Palermo
Vucciria
Il primo senso che viene allertato, quando si mette piede a Vucciria, e’ l’olfatto: l’odore intenso e forte di frattaglie bruciacchiate riempe l’aria quasi quanto il fumo acre e denso sprigionato dalle piastre dove cucinano la carne. Verace e profondo sud di case dalle pareti scrostate, venditori di strada, gruppi di giovani tiratardi che ciondolano nelle mille piazzette, garage adibiti a verdurai. Una casbah, Vucciria, umana multicolore autonoma che sembra vivere di vita propria….autogestita.
Sono tre anni e mezzo che non vado in Siciliaed un sacco di tempo che non scrivo questo blog solo in italiano.Per una serie di circostanze fortunate ero stato in Trinacriain un viaggioche è stata una sorta di terapia di gruppo da turbolenze sentimentali.
Dopo le spiagge dei caraibi è stato difficile fare i conti con il grigiore, umido e pesante, della Laguna di Venezia.La voglia di fuggire è aumentata di pari passo con la voglia di caldo, o quantomeno di temperato.
Quale occasione migliore….per il prossimo weekend?
Trovare due biglietti aerei per Palermo a prezzi vergognosamente bassi!FATTO
Comprali senza pensarci! FATTO
Pensare ad arancini, nero d’avola, etna rosso, pane e panelle!
E infine, deliziato per la lieta novella, mettere lo stereo a palla
Passeggiando nel tardo pomeriggio, mi trovo ad iniziare a conoscere questo quartiere, nell’altra visita solo sfiorato…
E gironzolo…gironzolo…talmente tanto che mi dimentico persino di scattare foto. Mi immergo in questo quartiere con una strana sensazione di stupore. Quella sorpresa nel vedere Capital Federal cosi’ nuovamente diversa dal resto della citta’.
In questo autunno piovoso, Palermo ha un cappotto leggero dove si vanno a posare le foglie gialle che cadono dai molti alberi lungo i viali. D’aspetto curato, il quartiere borghese non si veste d’un liberty altoborghese come la vicina Recoleta. Esprime una sua quiete di viali, parchi e casette basse.
L’effetto e’ quello di una romantica decadenza nostalgica. Il che non dispiace gli occhi e i sensi del visitatore dal passo lento quale, ad esempio, sono io….
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