Viajar descanta, ma chi parte mona torna mona

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LaRumbaDeMadrid-Mercado Rastro a La Latina

Metti una domenica mattina di sole finalmente primaverile, metti il trasbordo di zaini, zainetti, armi e suppellettili varie in giro per madrid per l’ormai usuale ( hihihih) cambio di ostello…

metti un mercato di artigianato, vestiario usato, nuovo, vintage e freak che ha le sue origini medievali come mercato rionale, mettici un contorno di bancarelle di ogni genere ( comprese quelle odiose che vendono vere magliette tarocche di calcio)…mettici che parte da Plaza Cascorro e si estende per praticamente tutta la via principale e le vie laterali adiacenti del La Latina….aggiungici 5000 persone….eccoti il mercado del rastro.

Due ordini di pensiero mi vengono mentre, spintonando e caraccolando, mi addentro in questa tonnara umana: il primo, squisitamente merceologico, è un sentimento di piacere nello spulciare tra varie e variegate bancarelle dal contenuto interessante ( almeno per i miei gusti). il secondo, sgradevolmente sociologico, è notare come la lingua spagnola sia confinata troppo spesso ai negozianti, dando al mercato un impressione di invasione da parte di un orda di barbari, in cui, me compreso naturalmente, l’italiano è lingua troppo spesso sentita.

La notevole calca influisce negativamente sul piacere che si può provare nel girovagare alla ricerca di qualcosa di carino….e dato che le cose carine da vedere, valutare ed eventualmente comprare sono anche parecchie…la cosa un poco disturba, anche se non ne funesta completamente la buona impressione.

LaRumbaDeMadrid-Parque del buen Retiro

Alzarsi….

evidentemente tardi….come è giusto che sia dato che è sabato. Sei a madrid. Ed è alcune notti che dormi sì anche se non tranquillamente.

Aprire gli occhi….

con una fatica immensa e una voglia al contrario pari allo zero.

Guardare fuori dalla finestra…

e scoprire che un sole….pallido certamente…di fine inverno più che di inizio primavera…con una luce ancora abbastanza fredda…però un sole…

Accarezzare l’idea che…

almeno per alcune ore centrali della giornata il freddo non sarà così pungente…

E concendersi il lusso…

dopo colazione e dopo aver, timidamente e timorosamente, appurato che effettivamente c’era una temperatura gradevole

di una passeggiata….

farsi coccolare dal sole del parque del buen retiro….

che meraviglia…

lasciarsi trasportare dalla quiete del parco….

così deliziosamente vivo di verde e di persone….

così democraticamente assalito da madrileni e non…

LaRumbaDeMadrid-Lavapies

Svegliarsi di mattina…rifare di nuovo lo zaino…anzi la mochila…ripartire di nuovo alla ricerca di nuovo posto per dormire…finire in una pensioncina a metà tra le fermate della metro di Antonio Martin e Atocha…per stessa definizione di qualcuno…sembra uno di quei motel americani dove si consumano gli omicidi….e finalmente essere pronti per ricominciare….a camminare!

Appena in tempo…appena in tempo per non essere travolti dalle discutibile e sinistre impressioni di questo hostal anonimo….riprendere la metro e ricominciare a camminare. Scendere alla fermata Tirso de Molina e cominciare a scendere in direzione di Plaza Lavapies….

perdersi…semplicemente perdersi….avanti e indietro…prima in direzione sud…poi svoltare a sinistra poi a destra per poi ritornare a nord. Non c’è meta…non c’è direzione…esiste solo quella incommensurabile volontà di girovagare per girovagare, addentrandosi nella stradine di questo barrio…fino ad arrivare a sfiorare i labili confini con i barrios confinanti. Non c’è bussola che possa interrompere questo magico perdersi, trascinati dalla buona onda che questo quartiere ti lascia addosso.

Capisco quel poco che mi avevano raccontato di questo quartiere…quel suo essere intriso di atmosfera bohemien…quel suo vedere visi latinoamericani e africani a zonzo..quel tono frikettone che gli danno una miriade di negozi grandi quanto una porta…aperta.

Capisco che queste cose rendono Lavapies così particolare e diverso rispetto alle altre zone di Madrid che ho visto…e capisco anche che siano le stesse cose che lo rendono ad alcuni insopportabile. A me invece piace..piace irrazionalmente….acriticamente…completamente….passionalmente quasi.

LaRumbaDeMadrid-Lavapies

Svegliarsi di mattina…rifare di nuovo lo zaino…anzi la mochila…ripartire di nuovo alla ricerca di nuovo posto per dormire…finire in una pensioncina a metà tra le fermate della metro di Antonio Martin e Atocha…per stessa definizione di qualcuno…sembra uno di quei motel americani dove si consumano gli omicidi….e finalmente essere pronti per ricominciare….a camminare!

Appena in tempo…appena in tempo per non essere travolti dalle discutibile e sinistre impressioni di questo hostal anonimo….riprendere la metro e ricominciare a camminare. Scendere alla fermata Tirso de Molina e cominciare a scendere in direzione di Plaza Lavapies….

perdersi…semplicemente perdersi….avanti e indietro…prima in direzione sud…poi svoltare a sinistra poi a destra per poi ritornare a nord. Non c’è meta…non c’è direzione…esiste solo quella incommensurabile volontà di girovagare per girovagare, addentrandosi nella stradine di questo barrio…fino ad arrivare a sfiorare i labili confini con i barrios confinanti. Non c’è bussola che possa interrompere questo magico perdersi, trascinati dalla buona onda che questo quartiere ti lascia addosso.

Capisco quel poco che mi avevano raccontato di questo quartiere…quel suo essere intriso di atmosfera bohemien…quel suo vedere visi latinoamericani e africani a zonzo..quel tono frikettone che gli danno una miriade di negozi grandi quanto una porta…aperta.

Capisco che queste cose rendono Lavapies così particolare e diverso rispetto alle altre zone di Madrid che ho visto…e capisco anche che siano le stesse cose che lo rendono ad alcuni insopportabile. A me invece piace..piace irrazionalmente….acriticamente…completamente….passionalmente quasi.

LaRumbaDeMadrid-Lavapies

Svegliarsi di mattina…rifare di nuovo lo zaino…anzi la mochila…ripartire di nuovo alla ricerca di nuovo posto per dormire…finire in una pensioncina a metà tra le fermate della metro di Antonio Martin e Atocha…per stessa definizione di qualcuno…sembra uno di quei motel americani dove si consumano gli omicidi….e finalmente essere pronti per ricominciare….a camminare!

Appena in tempo…appena in tempo per non essere travolti dalle discutibile e sinistre impressioni di questo hostal anonimo….riprendere la metro e ricominciare a camminare. Scendere alla fermata Tirso de Molina e cominciare a scendere in direzione di Plaza Lavapies….

perdersi…semplicemente perdersi….avanti e indietro…prima in direzione sud…poi svoltare a sinistra poi a destra per poi ritornare a nord. Non c’è meta…non c’è direzione…esiste solo quella incommensurabile volontà di girovagare per girovagare, addentrandosi nella stradine di questo barrio…fino ad arrivare a sfiorare i labili confini con i barrios confinanti. Non c’è bussola che possa interrompere questo magico perdersi, trascinati dalla buona onda che questo quartiere ti lascia addosso.

Capisco quel poco che mi avevano raccontato di questo quartiere…quel suo essere intriso di atmosfera bohemien…quel suo vedere visi latinoamericani e africani a zonzo..quel tono frikettone che gli danno una miriade di negozi grandi quanto una porta…aperta.

Capisco che queste cose rendono Lavapies così particolare e diverso rispetto alle altre zone di Madrid che ho visto…e capisco anche che siano le stesse cose che lo rendono ad alcuni insopportabile. A me invece piace..piace irrazionalmente….acriticamente…completamente….passionalmente quasi.

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