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CicloTurismo#NordEst-Solo un’altra pedalata-ilgirandoliereparte

ilgirandolierparte and his bike

#CicloTurismo #NordEst #ilgirandoliereparte #bicicletta #cycling

 

Solo un’altra pedalata…solo un’altra fottutissima pedalata

Ogni cicloamatore conserva  una sua strategia per arrivare alla meta giornaliera, per andare avanti e non fermarsi, costi quel che costi.

La mia è, molto semplicemente,  quella di ripetermi mentalmente:”Solo un’altra fottutissima pedalata”! Cerco di ripetermi una sorta di mantra, cercando di ignorare, contro ogni evidenza, il fondoschiena dolorante, l’acido lattico dei muscoli della gambe, la fame, la stanchezza. E’ la TUA mente che cerca di illudere il TUO corpo che manchi solo quella famosa, ultima pedalata per arrivare. E’ un’imbroglio…e lo sai!Ma l’inerzia e la forza di volontà sono quelle che ti faranno raggiungere le tre cose che più desideri in quel momento: una doccia rigenaratrice, un divano accogliente e una birra fredda!

 

La vita è come una bicicletta: se vuoi stare in equilibrio devi andare avanti. A.Einstein

L’idea in fondo era abbastanza semplice:

1 bicicletta 2 borse 3 o più province da attraversare 4 amici da salutare.

Venezia-Riviera del Brenta-Padova; PAdova-Camposampiero-Sile-Treviso; Treviso-Castelfranco-Vicenza-Dueville; Dueville-Verona.

Il portale del Turismo Regione Veneto cerca (giustamente) di incoraggiare il cicloturismo pubblicizzando percorsi ciclabili all’interno di centri storici e di parchi regionali,seppure l’attuale situazione appare molto diversa dalle nobili intenzioni dell’assessorato. Lo stato dell’arte è discretamente favorevole alle due ruote nei centri urbani maggiori (Treviso, Mestre, Padova,Vicenza e solo in parte Verona) dotati di una sufficiente rete ciclabile ( vera e propria e non ottenunata passando una mano di bianco sui marciapiedi!). Ma appena fuori dal centro storico calano drammaticamente sicurezza e amici della bicicletta, tale da strasformare una pedalata in pura lotta per la soppravvivenza ( e qui i crampi non centrano!).

Il veneto che fu terra di ciclisti e di ciclismo, è una regione che ha cancellato dalla sua prospettiva sociale e urbana la bicicletta, a favore del più rassicurante desiderio di dorata prigionia dell’imbottigliamento perenne nella mega-rotonda della super-tangenziale vista Suv full-comfort. Solo così si spiega l’espulsione dall’orizzonte geografico,visivo e sociale di tutto ciò che non sia funzionale al tirannosauro Suv: parcheggi, svincoli, cavalcavia si mangiano strada, campagna, case e uomini

Alcune zone del triangolo Venezia-Padova-Treviso conservano dei squarci di campi di mais, trattori, pensionati al tavolino del Bar che ti incitano a non mollare ed a continuare a pedalare. Come se si fosse cristallizata una specie di riserva d’atmosfera bucolica nel (fu) ricco e (fu) leghista “mitico” NordEst. La terra dei padroncini mi appare più cinica e disincantata di come la conoscevo, ma anche un pochino più umile e riscopritrice di saggezza contadina. comincia a far capolino l’idea che la furia con cui,negli anni’80 e ’90, la nuova classe sociale neoarricchita  voleva cancellare ogni traccia di antica miseria, abbia portato in dono , oltre tecnologia e schei, la sensazione di aver buttato “il bambino con l’acqua sporca”.

La strada regionale padana superiore, o R11, è un lungo serpente che dai  colli intorno a Vicenza, passando per le infinite zone artigianal-industriali e vigneti da uva rossa veronese, arriva sul lungoadige. Edifici ormai archeleogia industriale pacificamente convivono con ipertrofici centri commerciali donando alla regionale un aspetto da girone dell’inferno. L’arrivo, i marciapiedi dipinti di bianco per fare la ciclabile, scorci sul Lungoadige, l’aperitivo,sorrisi, risate. Tutto a Verona, tutto fugace. Ci sarà un’altra volta, lo prometto!

 Solo un’altra pedalata..solo un’altra fottutissima pedalata

 

Wild Garda Tour-il versante bresciano

Il versante bresciano si presenta molto piu’ montagnoso e impegnativo rispetto al suo dirimpettaio, anche se ci regala dei panorami da urlo tra le vallate montane e sguardi sul lago!
La prima tappa Limone-Tignale:25 km di salita maledetta e interminabile in 6 ore di viaggio allucinante. Ci arriviamo da Brenzone, via Malcesine e da ingenui mica ci immaginavamo di capitare in un girone infernale del cicloviaggiatore. Si comincia verso l’ora di pranzo con una salita impossibile: 5 km al. 16%.. la giornata assume i contorni prima della commedia poi della tragedia, ma con finale tragicomico. Dopo averci messo 2,5 ore a scollinare, nei pressi di un bar abbiamo una foratura che ci fa penare, risolta solo graziel all’incredibile aiuto di una calzolaio che ci aiuta a costruire la pezza per la camera d’aria e ripartire. Quello che non sapevamo e’ di aver di fronte ancora unla serie infinita di saliscendi con martoriare gambe gia’ provate e con una  meta trasformatasi in miraggio.
All’ennesimo e faticosissimo scollinamento senza che la meta si avvicinasse, ci accasciamo a bordo strada cominciando a dubitare che saremo mai arrivati! ma qui il destino o la dea dei viaggiatori ci e’ venuta in soccorso sotto forma di Apecar. Il ragazzo che lo guida si impietosisce e carica noi e le nostre bici evitandoci le ultime 8 salite  e  salvandoci da una notte in tenda nel bosco!Arriviamo stravolti, sudati e doloranti a Tignale dove crolliamo sfiniti.
La seconda tappa: Gargnano, Salo’, Desenzano
Ci lanciamo in una discesa che dall’ interno ci riporta verso un lungolago fatto di gallerie scavate nelle montagne e di localita’ balneari. Qui i porticcioli veneziani lasciano il posto a palazzi e villette  del primo 900 in stile liberty lungo una  costa in continuo salire e scendere. Mente fatichiamo in bicicletta mi accorgo di una sovrabbondanza di ville e di parchi legati alla Repubblica Sociale di Salo’che non mi appassiona.
Molto piu’ interessante la citta’ di Salo’, localita’ affollatissima dagli onnipresenti tedeschi e olandesi, con un lungolago lunghissimo e fiorito. Graziosa senza essere kitch, la cittadina di Salo‘ offre degli squarci interessanti a chi non e’ interessato alla tintarella. I balconi fioriti le donano un aspetto gentile e curato, valorizzando i palazzi storici lasciando impresso nella mente un ricordo positivo di se stessa.
Un ringraziamento complice  a Massimo compagno di viaggio;un abbraccione forte e un ringraziamento immenso e caloroso a Ricky, Lorena, Cristina, Fabrizio e Denis per l’ospitalità, la generosità,le risate e le chiacchere.

Wild Garda Tour- il versante veronese

Lazise
 Arrivandoci dalla strada regionale gardesana il paese si presenta a noi con il suo castello medievale. E’ quasi ora di cena e il piccolo paese sulle rive meridionali del lago è letteralmente invaso di olandesi e tedeschi. I quali, come ci spieghera’ il ragazzo che ci ospita, sembrano apprezzare il lago molto di piu’ degli italiani.
Dopo cena la ressa e’ minore: momento giusto per apprezzare il piccolo porticciolo, costruito ai tempi della Serenissima e impreziosito da un circondario di edifici color pastello ed da una piazzetta  dalla curiosa forma semi-ovale.
Bardolino
I pochi chilometri che dista da Lazise li percorriamo seguendo una bella via ciclopedonale lungo il lago, riuscendo a godere dello scorcio nonostante la ressa!
Bighellonando per il paese, improvvisamente capiamo cosa aveva provocato quella sensazione di deja-vu provato anche a lazise….
Lo stesso modo di costruire il paese, la stessa disposizione del porticciolo, gli stessi colori della case….sembra la costa istriana!
I segni della Repubblica marinara di Venezia che si trovano in istria…si ritrovano anche qui….se l’adriatico era il loro mare…il garda era il loro lago!
Torri del Benaco
Di un po’ piu’ grande degli altri paesotti, torri possiede un centro storico molto grazioso e anche piu’ grande rispetto agli altri. Appare con delle costruzioni di origine medievale e con un castello forticato risalente al XIV secolo. Non spicca rispetto a bellezza rispetto agli altri paesi, seppure sembra essere un luogo di villeggiatura molto ambito per il turismo nordico e sassone.
In questo punto del lago, la costa si fa piu’ frastagliata e sassosa: in parte percorribile in bicicletta, e’ sicuramente meritevole di una visita. Tra la montagna ad est e la spiaggia trovano posto dei piccoli uliveti, dando quel tocco di sud italia.

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