dalle parti di Bruxelles
Abbiamo abbandonato le birre scure e le colline ferrose della zona vallone per arrivare nella
capitale, unico posto che non prende posizione in questo piccolo stato da cui ogni parte vuole scindersi. Succede semplicemente che il sistema è al punto dell’implosione: il Belgio come stato esiste solo nei documenti ufficiali della Commisione Europea, ma per i suoi abitanti è cominciato un processo di disgregazione con effetti deflagranti. A tutto questo non ha aiutato il nuovo governo che di fatto, dopo le elezioni, non si mai insediato, rimanendo vittima di un veti incrociati tra partiti valloni e fiamminghi.
E intanto il Belgio, con il suo debito pubblico da guinness dei primati, va in malora….ma più che l’economia quello che cerco è tra la gente dallo sguardo perso a Liegi, abitanti di una città che ha perso tutto…industria, lavoro e infine dignità. E’ lo sguardo di questi ragazzini per strada, molto attenti a vestiario e musicario hiphop, meno ai programmi ministeriali delle due macroregioni etno-linguistiche…Poco gli importa se a Liegi non si insegna più la lingua dei vicini fiamminghi…e nemmeno se non insegnano il francese ad Antwerp….che vadano in malora loro e la loro lingua. Se scavi, vedi, che alla fine si può riassumere tutto nello schema noi fiamminghi lavoriamo e produciamo e voi siete i parassiti….sarà….ma mi pare di averlo già sentito questo discorso….magari in italiche latitudini…
Questo sta sotto ma cosa sta sopra il livello del visibile? Dell’udibile?
Quello che si vede è uno spaesamento e un arroccamento nelle proprie peggiori insicurezze…che tradotto nella lingua della strada fa rima con una crescita esponenziale di disoccupazione, perdita di speranza e slancio, riaffiorare dei peggiori incubi xenofobi, abilmente esaltati da qualche spregiudicato politicante fiammingo.