Viajar descanta, ma chi parte mona torna mona

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Vent’anni dopo-Jajce

Questa piccola cittadina arrampicata su una vallata alla confluenza tra il fiume pliva e il fiume Vrbas e’ indiscutibilmente una piccola perla! Non a caso e’ candidata a  diventare patrimonio mondiale Unesco.

Con queste premesse diventa difficile resistere al fascio regale di Jajce, dove puoi trovare la bellezza naturale, ilfawscino della storia e un tocco esotico. Le imponenti cascate alla confluenza dei due fiumi offrono uno spettacolo da far sballucicare gli occhi anche del visitatori piu’ distratto. Fermarsi sulle panchine del giardino o sostare sulla riva opposta a contemplare e’ un tributo da pagare alla bellezza!

Non contenti di questo si passeggia per il piccolo centro storico costruito dagli ottomani, i quali, arrivando qui, trovarono un’ imponente fortezza da cui si domina tutta la vallata. Quando i turchi arrivarono la fortezza c’era gia’..e nessuno sa con precisione chi l’abbia costruita….

Vent’anni dopo-Dobro došli in Bihać

E’inutile provare a negarlo…la differenza io l’ho percepita immediatamente…giusto il tempo dipassare la frontiera tra croazia  e bosnia. Appena entrato mi hanno dato un strappo due simpatici camperisti tedeschi che stavano gironzolando i balcani con il loro lento ma affidabile camper.

Ma e’ a bihac che ho percepito questa accoglienza, quando, entrato in un bar per jedna kafa sono diventato l’attrazione di tutti gli avventori. E’ andata come probabilmente doveva andare: chiacchere in libera uscita con qualche parola in bosanski, un accenno in inglese e invocazioni all’italia!!! Talmente contenti di questo ufo che aveva visitato il bar che manco mi hanno fatto pagare!!!

Nonostante uno stomaco abbastanza sottosopra per il gran caldo, il caffe’ (che ci vuole coraggio a chiamarlo tale) ho passeggiato per le rive dell’Una, il fiume di Bihać, placido e insieme regale. Dopo tutto Bihać pur non fornitissima di edifici storici da’ il suo meglio nei parchi in citta’e in quell’atmosfera bucolica che si intravede ai lati della statale che porta  a Sarajevo.

Vent’anni dopo-Balcanizzarsi ( parte II)

(c)OpenStreetMap contributors, CC BY-SA

Carissimi,

ormai manca pochissimo alla partenza…un giorno appena e venerdì 15 si parte!! Mancano giusto gli ultimi preparativi e il rito della preparazione dello zaino prima di lanciarsi in questo ennesimo ( e fortemente voluto) vagabondaggio.

In questo 2012 i soldi per viaggiare scarseggiano un poco…per questa ragione credo che questo sarà il vagabondaggio principale per quest’anno ( non perchè non lo apprezzi…ma semplicemente perchè non credo riuscirò a farne altri lunghi). Insomma questo vagabondaggio si concentrerà nel tentativo di visitare un paese con non pochi problemi, la Bosnia e Erzegovina, incontrando le persone che lì vivono per provare a capirci qualcosa di questa Bosnia.

Una nazione che cercherò di esplorare a ritmo lento, come piace a me, e con mezzi terrestri…per  iniziare a conoscerne non solo la splendida natura e  non solo le famose architetture religiose e medievali ( castelli, chiese, moschee e basiliche ortodosse) ma sopratutto le genti. Iniziare ad bazzicare e frequentare i locali per provare a farmi un quadro generale di questo guazzabuglio incandescente che paiono i balcani a guardare da questo lato dell’Adriatico…..

Per meglio provarci…pensavo di concedermi qualche divagazione geografia all’inizio del viaggio e probabilmente verso la fine . In questo senso mi avvicinerò alla Bosnia passando a trovare Rijeka/Fiume dopo qualche anno di assenza e visitando la riserva Unesco “Nacionalni park Plitvička jezera”….prima di passare la frontiera e lanciarmi in terre bosniache. Allo stesso modo quando sarò arrivato a Mostar vedrò in che direzione proseguire…se verso il mare o verso l’interno…

Manca poco a venerdì…e poi via!!! fino a Trieste in treno e poi bus fino a Fiume….si parte!!!

Vent’anni dopo-Balcanizzarsi (parte I)



(c)OpenStreetMap contributors,
CC BY-SA

Vent’anni dopo è il titolo che ho scelto per il mio prossimo vagabondaggio. Non è originale, ne sono consapevole, ma questa volta sarebbe strato stridente e asimettrico. No…ci voleva qualcosa di diretto..l’urgenza delle parole stavolta è quello di arrivare dritti al punto.

Anche per questo vagabondaggio il potere è quello del richiamo che la Bosnia ha esercitato su di me. Un canto di sirena o più probabilente una sevdalinka mi hanno ammaliato in maniera irrecuperabil

Molti lo sanno…non so spiegare, razionalmente e in maniera chiara, la meta di un mio vagabondaggio…appare molto difficile a spiegarsi con le parole di un ragionamento. Quello che posso dire è che ci ho messo un po’ di tempo a preparare questo viaggio approciandomi a mio modo…studiando la storia di questa disgraziata Bosnia, ascoltandone voci e racconti, leggendo..

E allora al via un naufragar me dolce…via terra…a ritmi lenti…balcanizzati…come usualmente sono propenso ad essere leggero di piede e di zaino, da poter essere il più vicino possibile alle genti lungo la strada…aprendo bene non solo le orecchie e gli occhi ma sopratutto il cuore…

rifuggendo le abusate imbecillità ( siano essere religiose o turistiche o tutte e due messe insieme)…e cercando di trovare un filo di penelope nel mio intento di girovagarlo questo paese a forma di cuore…mettendo in conto anche qualche piccola deviazione (iniziale in croazia e finale lo vedremo quando arriverò a mostar)…

provando ad abituare l’orecchio alle ostiche sonorità di una lingua unica ( ovviamente chiamata in 3 modi diversi)…e portandomi appresso la compagnia di libri di Ivo Andric e Paolo Rumiz…

e adesso cominciando a fare il conto alla rovescia…

 

Vent’anni dopo

Vent’anni dopo.

Vent’anni dopo un giorno di primavera, il 5 Aprile 1992.

Vent’anni dopo quel giorno anche le cosidette autorità ammettono che è ora di aprire le danze del grande macello:scoppia la guerra;

Vent’anni dopo che le forze armate serbe sparano sugli abitanti di sarajevo. I sarajevesi stavano manifestando davanti al parlamento bosniaco (riconosciuto solo da croati e bosgnacchi non dai serbi) per chiedere l’immediato cessate il fuoco. E’ il battesimo dell’Assedio di Sarajevo, il suo primo giorno.Ne seguiranno altri 1413.

Vent’anni dopo che Lindo Ferretti, provò a catturare un pensiero sarajevese:”
ci fotte la guerra che armi non ha
ci fotte la pace che ammazza qua e là
ci fottono i preti i pope i mullah
l’ONU, la NATO, la civiltà
bella la vita dentro un catino bersaglio mobile d’ogni cecchino
bella la vita a Sarajevo città
questa è la favola della viltà

Vent’anni dopo la guerra patriottica di difesa (serbi), invasione della Bosnia e Erzegovina (bosgnacchi) e guerra per la patria (Croati di Bosnia-Erzegovina);

Vent’anni dopo che giochi di potere di ex-quadri dei partiti comunisti jugoslavi, riciclatisi populisti e nazionalisti  utilizzarono il protettorato religioso, qualche intellettuale di comodo e bande di criminali comuni assunti al livello di paramilitari per spartirsi la Bosnia.

Vent’anni dopo e uno stato (Bosna i Hercegovina), 3 entità (Sprska Republika, District of Brcko, Federacija Bosna i Hercegovina), 17 Cantoni e 143 municipalità. E l’unico legame è la follia di un sistema amministrativo costruito per non funzionare.

Vent’anni dopo….(continua)

 

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