(c)OpenStreetMap contributors, CC BY-SA
Vent’anni dopo è il titolo che ho scelto per il mio prossimo vagabondaggio. Non è originale, ne sono consapevole, ma questa volta sarebbe strato stridente e asimettrico. No…ci voleva qualcosa di diretto..l’urgenza delle parole stavolta è quello di arrivare dritti al punto.
Anche per questo vagabondaggio il potere è quello del richiamo che la Bosnia ha esercitato su di me. Un canto di sirena o più probabilente una sevdalinka mi hanno ammaliato in maniera irrecuperabil
Molti lo sanno…non so spiegare, razionalmente e in maniera chiara, la meta di un mio vagabondaggio…appare molto difficile a spiegarsi con le parole di un ragionamento. Quello che posso dire è che ci ho messo un po’ di tempo a preparare questo viaggio approciandomi a mio modo…studiando la storia di questa disgraziata Bosnia, ascoltandone voci e racconti, leggendo..
E allora al via un naufragar me dolce…via terra…a ritmi lenti…balcanizzati…come usualmente sono propenso ad essere leggero di piede e di zaino, da poter essere il più vicino possibile alle genti lungo la strada…aprendo bene non solo le orecchie e gli occhi ma sopratutto il cuore…
rifuggendo le abusate imbecillità ( siano essere religiose o turistiche o tutte e due messe insieme)…e cercando di trovare un filo di penelope nel mio intento di girovagarlo questo paese a forma di cuore…mettendo in conto anche qualche piccola deviazione (iniziale in croazia e finale lo vedremo quando arriverò a mostar)…
provando ad abituare l’orecchio alle ostiche sonorità di una lingua unica ( ovviamente chiamata in 3 modi diversi)…e portandomi appresso la compagnia di libri di Ivo Andric e Paolo Rumiz…
e adesso cominciando a fare il conto alla rovescia…