Viajar descanta, ma chi parte mona torna mona

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Vent’anni dopo-Balcanizzarsi (parte I)



(c)OpenStreetMap contributors,
CC BY-SA

Vent’anni dopo è il titolo che ho scelto per il mio prossimo vagabondaggio. Non è originale, ne sono consapevole, ma questa volta sarebbe strato stridente e asimettrico. Noci voleva qualcosa di diretto..l’urgenza delle parole stavolta è quello di arrivare dritti al punto.

Anche per questo vagabondaggio il potere è quello del richiamo che la Bosnia ha esercitato su di me. Un canto di sirena o più probabilente una sevdalinka mi hanno ammaliato in maniera irrecuperabil

Molti lo sannonon so spiegare, razionalmente e in maniera chiara, la meta di un mio vagabondaggioappare molto difficile a spiegarsi con le parole di un ragionamento. Quello che posso dire è che ci ho messo un podi tempo a preparare questo viaggio approciandomi a mio modostudiando la storia di questa disgraziata Bosnia, ascoltandone voci e racconti, leggendo..

E allora al via un naufragar me dolcevia terraa ritmi lentibalcanizzaticome usualmente sono propenso ad essere leggero di piede e di zaino, da poter essere il più vicino possibile alle genti lungo la stradaaprendo bene non solo le orecchie e gli occhi ma sopratutto il cuore

rifuggendo le abusate imbecillità ( siano essere religiose o turistiche o tutte e due messe insieme)…e cercando di trovare un filo di penelope nel mio intento di girovagarlo questo paese a forma di cuoremettendo in conto anche qualche piccola deviazione (iniziale in croazia e finale lo vedremo quando arriverò a mostar)…

provando ad abituare l’orecchio alle ostiche sonorità di una lingua unica ( ovviamente chiamata in 3 modi diversi)…e portandomi appresso la compagnia di libri di Ivo Andric e Paolo Rumiz

e adesso cominciando a fare il conto alla rovescia

 

LaGrandeLavatrice-Le contraddizioni di Bruxelles

Pioggia….è 4 giorni che decliniamo il tempo solo con questo verbo impersonale: piove!

Ci sentiamo ormai parte integrante di questo umidoci è entrato fino nelle ossa..

e allora sembra che qualcuno abbia deciso di rovesciare in belgio secchiate a getto continuosenza un attimo di tregua!….e la temperatura di notte arriva a 5°….

Bruxells….è la città in cui probabilmente meglio si possono intuire ( capire è difficilepreferiamo intuire) la contraddizione stessa che il Belgio….perchè ne è insieme il simbolo e il motore: comunità autonoma, zona apparentemente franca tra i due contedenti, zona in realtà dove meglio si esprimono le contraddizioni.

Provo a dare le mie sensazioni, scegliendo due immagini legate una all’altra….

Bruxelles a fumetti: qui, a costo di dire castronate, la mia sensazione è di sentirmi più vicino alla sua anima pariginain ogni quartiere, senza che ci sia una logica metodica, si trovano dei palazzi le cui pareti sono “affrescate” a fumetti….deliizosamente abbellite ( alcuni sono veri e propri quadri ). Si potrebbe anche inventarsi una sorta di itinerario a fumetti, un girovagare tra i quartieri alla ricerca di queste splendide pareti afffrescate da disegni a

volte a colori a volte in bianco e nero, a volte comiche a volte serie, a volte belle epoque a volte bohemien….mi scuseranno i belgi se vedo così tanto parigi….ma questa particolaritàquesto vezzo che fa tanto atmosfera parigina.. le dà un tocco veramente gradevole e sorridente.

Bruxelles europea

l’altra faccia della medaglia è il quartiere europeo, quello delle istituzioni della Ue. A passeggiarci a piedi ti provoca uno stupore malcelato

è qui veramente che le contraddizzioni esplodono in tutta la loro prepotenza: ti chiedo come sia possibile che non sia esistita nessuna remora ma sorpatutto nessun criterio nel ridisegnare, architettonicamente, il volto di Bruxells. Hanno stuprato quartieri interi!

Guardando questi mostri di cemento acciaio e vetro lunghi centinaia di metri, è naturale chiedersi come abbiano potuto costruire queste cattedrali nel deserto. La sensazione più forte è quella dello straniamento: ti senti perso nel vedere in pieno centro, accanto a elementi gotici o romanici una “astronave” post-moderna. Ma non solo questione di gusto estetico o di stonatura rispetto all’armonia del resto del paesaggio urbano: viene preso dallo smarrimento. Il pensiero che ci fosse stata un invasione aliena che ha catapultato queste oscenità nel centro della città è quasi consolatorio. Sono stati altri ti vien da direnon è possibile che abbiano lasciato le chiavi della città agli speculatori, arrendendosi senza nemmeno combattere….

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