Un weekend disponibile, una meta a portata di mano e la possibilita’ di un giretto con un amico: cosi’ e’ nata l’idea di ljubjana.
Arriviamo in una tarda mattinata d’ un autunno insolitamente soleggiato e temperato nella valle che il fiume Sava ha scavato tra le montagne.
La prima immagine della citta’ e’ quella del suo polmone verde: il Tivoli Park. Scegliamo di gironzolare per il parco affollato di umanita’ varia: bambini che giocano a pallone con i padri, salutisti che fanno jojjing, ciclisti improvvisati e una selva di passeggini da passeggio.
Dopo aver oziato a lungo, decidiamo di dedicarci al Centro cita’ e al suo lungo fiume stracolmo di ristorantini e pub pieni gia’ dal pomeriggio. L’ impressione e’ quella di una citta’ vivibile e tranquilla fino al punto di rasentare la noia.
Ljubjana, vista dal suo piccolo centro, ha tutto l’aspetto di una sorniona citta’ di provincia molto attenta a curare la pulizia e l’ordine. Molto interessante rimane lo strano mix di stili architettonici di molti edifici ( art noveau, etc)derivante dall’opera di architetto veneziani prima e, dopo le distruzioni della seconda guerra mondiale, di architetti sloveni in vena di sperimenti.