Viajar descanta, ma chi parte mona torna mona

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España- la fuga

ViernesFerragosto h. 9.20

Abbiamo lasciato donostia e la guizupkoa. Abbiamo lasciato i cieli grigi e cupile spiagge da allegra famigliola di san sebastiane l’umidità che ormai ci stava entrando dentro.

Abbiamo cercato rifugio un popiù lungo la costa dei paesi baschi.

Andiamo a bilbao ci siamo detti: ragazzi andiamo a vedere il guggenheim museum all’asciutto!!!

Ma evidentemente non avevamo compreso a pieno il messaggio del signore dei cieli basco che ci invitava ad andarcene e di corsa….

Capitati in uno strano campeggiouno di quelli dove potresti incontrare scout in missione internazionale come la coppia di nonni in campero meglio ancora ragazzini brufolosi incollati ai videogiochi e simpatiche coppie italiane. Circostanza alquanto strana ( almeno per me) trovare due ragazzi molto simpatici anche loro impegnati nel girovagare la penisola iberica con la tenda

ma poi è arrivato il temporalegià verso le 9 di sera ha cominciato a farsi sentiree poi pioggia e poi grandinee poi ancora pioggia a secchiate. e ancora. e ancora….

e il vento che spezza ogni residua voglia di restare….eccolala voce dell’oceano che urla alla nostra tenda…. che si piega, si gonfia, si contorce e si deforma in posizioni innaturali. la tenda lotta, si aggrappa alla sua terra….ma non molla!!!

al mattino, stremata, la nostra tenda riconosce una sola parola una sola direzione: Sural sur al sur….al sur ci ripetiamo

alle sei del mattinoche albeggiaspettacolo devastante di tende ferite e sottosopra…. smontiano in fretta, carichiamo la macchina. Mi volto verso la costaverso il mare e vedo nuvole in avvicinamento.

Salendo in macchina, prendo il posto di guida, sussurro una sfida alle nuvolevediamo chi arriva primase voi o io….

3h e 40 min dopo e 20° gradi celsius in più intravedo Valleca, barrio popular de Madrid

España- 13.08

Pioggia….ancora pioggia….e freddo!

Le aspettative di trovare sole e caldo in questi paesi baschi si sta rivelando come il più stupido dei pregiudizi. La speranza di trovare un clima caldo in ogni parte della Spagna. La zona ha sicuramente molte attrative, ma mi ha anche dato alcune delusioni di una certa importanza: se il paesaggio naturale ( sia costiero che delle montagne dell’interno) è qualcosa di meraviglioso, le città dei Paesi Baschi sono in disincrasia con il loro territorio.

La strada costiera e le montagne della Navarra mozzano il fiato per la loro imponenza, quasi compiacendosi di mostrare allo spettatore umano i molti volti di questa terra dura. C’è nell’aria, sorpratutto in questi paesini di pescatori, questa tempra particolare, questo essere orgogliosamente in sintonia con il paesaggio, con l’ambiente.

Arrivati a San Sebastian ( o Donostia) si ha invece un’impressione completamente diversa: si ha la sensazione di essere arrivati in una città strana. Questi lunghi boulevard sulla spiaggia, questo centro storico fatto di palazzi d’un bianco liberty, la miriade di casette tutte ugualile danno quell’aria da stazione termale e marittima d’inizio novecento. Fuori dal centro, questa città di provincia (180.000 abitanti) ha tutti i difetti di una grande città: palazzoni molto grandi e molto grigi e quartieri-dormitorio. E’ qui che ho sentito più forte la disincrasia tra gli elementi: il contrasto stridente tra la città nel suo insieme e l’ambiente intorno.

Mi aspettavo qualcosa di più anche da Pamplona, il capoluogo della Navarra! E invece sembra solo una tranquilla cittadina di provincia, con l’indubbia qualità di avere molto verde a disposizione dei suoi abitanti e con l’altrettanto indubbio motivo di interesse di quel rito barbaro che si celebra il giorno di San Firmin: l’Encierro (la corsa dei tori). Nel suo centro prettamente pedonale molto, se non tutto, ricorda che il motivo di essere lì sono i tori….anche le indicazioni stradali sembra mostrino solo la strada per arrivare all’ arena, il luogo dove si celebra il barbaro rito delle corride.

Ma non c’e’ solo un pizzico di delusione per le città sinora visteè come se anche il clima meteoreologico ci spingesse via! La pioggia e il vento fanno emergere da dentro una consapevolezza di partenzacome se avvertissimo forte la sensazione che è ora di proseguirevia di qui.


España- Costa de Guizpukoa

h 13:30

una giornata uggiosa è l’ideale per avere un podi umore malinconico dopo l’euforia di ierila contentezza di esserci..di essermi immerso in questa carattere iberico della festa intesa come socialità tra le persone

Questa concezione della festa….dell’essere felici mi ha molto colpitoha accentutato il lato terronico di meero entrato nei colori vivaci della fiumane di genti sul lungomaredegli sguardi maliziosi delle chicas..dei percussionisti di strada.

ieri sera non era solo la sensazione di relax che una persona può provare appena arriva alla sua metela sensazione legata al sentirsi in ferie

no era qualcosa di diverso..era un sintonizzarsi sull’onda emotiva della città basca ( ma molto spagnola in questo!!)…era un sentirsi dentro l’energia della città pur essendo un estraneo. Questo sentirmi dentroa pieno….immerso

Costa de Guizpukoa

oggi è un’altra storia.

oggi è la costierala carretera n634 donostia-bilboche frastagliamente si incunea tra le montagne discendentiche concede uno sguardo schivo agli schiaffi dell’oceanoche si dispiega aspramente tra i ricchi boschidipinge un quadro diverso.

oggi l’onda ha scelto il bianco delle onde increspateil verde dei pini..i colori spenti e grigi di un martedì di pioggia e il mio umore si adegua

España- il destino ritorna

España es una tierra donde hay pocas cosas, pero donde cada una parece estar de un modo sustantivo y eterno
J.L. Borges

Ho scritto 1 Agosto 2008, ma in realtà avrei dovuto scrivere agosto 2005, perchè quella era la data della partenza per il viaggio in Spagna. Un appuntamento con il viaggio ( o con il destino) rimandato di 3 anni: era tutto e tutti pronti per partire alla volta della penisola iberica, Catalunya in particolare. Ma qualche giorno prima della partenza qualcosa mi andò storto: un mezzo raffredore mi aveva indebolito, l’aria condizionata di un cazzo di centro commerciale fece il resto. Dopo una notte di febbre alta, il referto non lasciava dubbi: mi ero preso un focolaio di una polmonite! E nonostante le mie infinite resistenze fui costretto a rinunciare. Agosto 2008: il destino ritorna….

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