Alcuni cenni storici..prima di iniziare…questa citta’ inizialmente si chiamana Chiqusaca..poi vennero gli spagnoli e la chiamarono La Plata( perche’ era un importante snodo commerciale del ricavato delle miniere d’argento poco distanti)…infine, dopo la guerra d’indipenze Sucre. Nome in onore di Juan AntonioSucre, generale del liberador Simon Bolivar, liberatore della citta’ e primo governatore della capitale ( ora solo onoraria) della Bolivia.
Il bianco andaluso come colore dominante dei suoi edifici rappresenta una delle meglio riuscite eredita’ coloniale. Le pareti bianche, i patios fioriti e l’ampio parco Bolivar le danno quel tocco che conquista il viaggiatore.
D’una bellezza elegante e seducente come quella d’una danzatrice di flamenco, Sucre ricorda in ogni sua calle l’Andalusia.
Nonostante sia rapito..o forse proprio x questo motivo…cedo alla tentazione di rivederla domani..non stanco di passeggiare a ritmo lento per il suo centro, prima di ri-immergermi nella sua latinoamericanita’ come meravigliosamente rappresentata dall’umanita’ del Mercado.