Viajar descanta, ma chi parte mona torna mona

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Eireann- Connemara

 

IL PAESAGGIO COME STATO D’ANIMO…
Anzi come stati d’animo…come altrimenti riuscire a descrivere tutto?…c’è spazio per tutto in questa regione….c’è il posto per i sentimenti dell’animo umano…l’angoscia…la paura…l’estasi…il raccoglimento intimo…la serenità…
Riuscire a tenere insieme tutti questi aspetti e questi stati dell’animo di una persona mi sembra impossibile, eppure qui c’è…esiste…è palpabile…
Il Burren, piccola zona che si incontra sulla strada per Gallway, è l’angoscia: un altopiano spoglio, polveroso e tetro…quasi lunare nel suo aspetto fisico.
La “sky-road”, la strada panoramica che attraversa la punta più a ovest, più oceanica dell’isola di smeraldo è l’estati…è la ricerca della bellezza estetica dei filosofi fatta dalla natura. Non so come altro provare a raccontare con parole questo lembo di terra che è già territorio atlantico.
La serenità è immergerti nel connemara seguendo la N59 dopo Clifden…hai appena voltato le spalle all’oceano e in pochi chilometri boschi lussureggianti….prati d’un verde che sembra dipinto…laghetti.
si continua verso il centro , arrivando nella contea di Mayo…si continua dicevo fino a che non ti imbatti nel minuscolo paesino di Murrisk. E qui la stanchezza si fa sentire, i tanti giorni passati gironzolando, tutte le emozioni provate, tutti gli stimoli. E poi ti fermi. stai in silenzio. davanti al monumento alla grande carestia che tra il 1845 e il 1849 spopolò di allegri irlandesi l’isola…per farne malinconici emigranti verso la grande mecca…o era la grande mela?
Seduto al lato della strada, lo guardi, quello stano coso scuro e lontano…quel coso…il Croagh Patrick è la montagna sacra dell’isola…il suo nume tutelare. E anche lei ha una leggenda legata a sè: come poteva mancare?
E’ qui che, secondo la tradizione ( occhio…che gli irlandesi sono molto legati ad esse!!!), San Patrizio si arrampicò nel 441 d.c. e ci restò per 40 giorni. Ogni anno, l’ultima domenica di luglio, si svolge un pellegrinaggio di fedeli che si inerpicano per il costone di questa altura non alta ma sicuramente ripida..
E quando ti raccontano che i più devoti ancora oggi fanno il pellegrinaggio di notte e scalzi….e qui scatta una razionalissima e angosciosa paura…paura di questa fede mortificante…irrazionale…potenzialmente folle…

Eireann- Aran Island

 

INISMORE…
A distanza di qualche chilometro da Gallway, in un piccolo paese adibito ad escusivo uso di porticciolo, prendiamo il ferryboat per Inismore. L’isola di Inismore è la più grande delle tre isole che vengono comunemente chiamate Aran e che sono divenute conosciute grazie al meravigliosamente struggente film, “The Man of Aran”, del 1922 del documentarista Robert Flaherty.
Che cosa è quest’isola se non una terra estremamente pietrosa e con una dimensione fuori del tempo. All’imbarcadero, appena arrivati, affittiamo delle scassatissime biciclette per poter girovagare in libertà, perdere lo sguardo tra campi brulli, pietre ovunque e il blu immenso dell’atlantico.
E pedali…pedali…pedali…su è giù….per stradine di pietra…e ripensi alla vita qui…al rapporto tremendo che i suoi abitanti devono avere con il mare….fonte di vita e di morte…
e pedali sino che a arriva al “Don Aegus”….arrivi….ti fermi. e poi capisci. Da lì sopra capisci che cosa vuole dire vivere in simbiosi con l’oceano, cosa vuol dire guardare ciò che ti fa vivere e che fa morire. E anche se la caccia allo squalo non si fa più da quasi un secolo ti resta appiccicato alla pelle quella sensazione che dà la lontana sensazione che dà un rapporto così simbiotico.
Il “Don Aegus” è fondamentalmente una difesa, una sorta di barriera che gli abitanti avevano cominciato a costruire in un punto della scogliera particolarmente alto: adatto alla difesa e alla vista precoce dell’arrivo di nemici. La leggenda vuole che si siano fermati a metà della costruzione…quando, guardando verso il basso, i costruttori si resero conto che in una scogliera alta circa 80 m che dava su un oceano turbolento nessun nemico sarebbe riuscito ad attraccare e abbandonarono l’opera in quanto inutile!!!
questa è irlanda….pensando a voce alta..l’isola di una popolo generoso attaccato in maniera staordinaria alla propria terra e sopratutto alla propria fantasia….

METTI UNA SERA AL PUB A INISMORE….
Sono un popolo di chiaccheroni….con una scura in mano…e vincendo un poco timidezza…ti può capitare di sentire storie incredibili…Non sono formali e si lasciano andare praticamente subito. E allora scopri di più di mille guide…
Metti una sera al pub a inismore….metti un paio di guiness e due avventori…e scoprirai delle storie incredibili…
e ti capita che un ragazzo ti racconti perchè mai questa piccola isola è costellata di tutti quei muretti bassi e divisori in forma quadrata! Semplice…perchè c’erano tanti di quei sassi che nn sapevano dove metterli!!!!!
E stai estasiato ad ascoltare un prete ( cattolicissimo naturalmente!!) che ti racconta che lui è il pastore di tutti gli abitanti dell’isola….uomini…fate…e quando abitava nel Connemara anche degli elfi dei boschi vicini!!!!

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