Viajar descanta, ma chi parte mona torna mona

Barcellona

Barcellona

Il cielo grigio, una temperatura da fine febbraio e folate di vento freddo che spazzano la città dal mare in direzione delle colline.
Questo è stato il burbero benvenuto che mi ha dato e offerto Barcellona..

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muro nel quartiere Guizardò, Barcellona

Vado a trovare un amico e la compagna ( che ringrazio qui pubblicamente per la squisita ospitalità e per gli splendidi momenti passati insieme) e ne approfitto per visitare una città mai vista.

Una città dal carattere a prima vista un po’ rude, tenacemente gelosa della sua schizofrenica diversità e da uno spiccato gusto artistico applicato all’urbanistica. Particolarmente evidente in avenida Parallel e in Plaza España è la testimonianza di un movimento cultulare, artistico e urbano. La cosidetta architettura modernista di Barcellona, con cui la borghesia barcellonese, agli inizi del XX secolo, ha coltivato il sogno di un impronta culturale che potesse trasformare l’antropologia urbana della sua città. Per quello che ho visto, ed è sicuramente poco, la borghesia, aiutata dalla sregolatezza e dall’autarchica follia di Antoni Gaudì, è riuscita a lasciare un impronta.

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Sagrada Familia, Barcellona

Neppure le speculazioni edilizie, per Barcellona devastanti, dalle Olimpiadi del 1992 sono riuscite a distruggere questa impronta.

Le cose sono andate in un altro modo. Non c’è stato l’assalto al Palazzo d’Inverno. Barcellona, come il resto del mondo, appartiene ormai ai vincenti. I ricchi, in quanto vincitori “morali”…

 

Manuel Vasquez Montalban

In questo senso, il segno di lucida follia ha, tra l’altro, regalato all’umanità intera quella meraviglia della Sagrada Familia…perfetto esempio di come il genio artistico piega alle sue esigenze la tecnica edilizia e il buon senso.

Genio e Architettura di Barcellona, voglia di cambiamento e decennale speculazione edilizia, frizzante campagna referendaria e magliette di Messi, piccolo mondo antico catalano e 8 milioni di turisti l’anno….

Adeu Barcellona

#Eindhoven+#Maastricht

#Eindhoven

Mi sembra di essere atterrato a Las Vegas…e invece e’ Eindhoven!
La citta’ della Philips sembra una gigantesca giostra, molto spesso kitch, intrisa di modernismo, di ricerca tecnologica e mercato neoliberista. Una città che nasce, vicino alla sede della Philips, dall’unione di quattro villaggi e che ha saputo trovare la sua dimensione nel connubio  tra la corporation di famiglia e la locale università, sicuramente molto attiva e rinomata per le sue eccellenze.
Camminarci di domenica mattina, in una già gelida giornata d’autunno, rende l’idea di una città dove lo stile architettonico minimal olandese incontra il vetro resina e l’acciaio. Il tutto ha un che di mostruoso. Letteralmente.

#Maastricht

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Maastricht si presenta bene sin dalla prima occhiata: i vividi colori dell’autunno sugli alberi colorano di tinte pastello il borgo medievale del Centro. L’architettura minimal olandese si fonde senza stridere con palazzine e una discreta quantità di chiese,di stile gotico (Alla Tim Burton, per capirci).

E ne viene fuori una citta’ a misura di famiglia quasi tutta attraversabile a piedi e in bicicletta ( d’altronde Maastricht e’ Paesi Bassi al confine con Belgio e Germania.
Se la domenica pomeriggio era parsa sonnacchiosa e calma, anche il lunedi’ mattina Maastricht appare una città’ placida, che va al lavoro senza fretta e stress:  gli abitanti passeggiato volentieri per le strade in pavé del centro storico.
Notevolmente ben curato il parco lungo Mosella che costeggia la citta’ in senso verticale: polmone verde della citta’ viene usato per il relax dagli abitanti, e per cercare un po di calore da me infreddolito dal sole novembrino olandese.

Bello e vissuto dalla persone  il lungofiume, anche se non gode di quella atmosfera magica e della vivacità notturna dei lungofiume di Parigi o Belgrado.

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ilgirandoliereparte-Weekend in Maastricht

 


Agli usuali “Ma ti xè sempre in giro?” e ” Ma no ti ga na casa” di solito rispondo: Avevo un po’ di tempo e costava poco, perché no?

In un pomeriggio di cazzeggio ho notato che si incastravano bene  delle date di un weekend. Ho dato un’occhiata veloce ai prezzi per qualche destinazione.Ed è così che è capitata l’occasione per andare a Maastricht.  In Olanda ci sono già stato in due occasioni: nel 2000 per visitare Amsterdam e nel 2006 per visitare Rotterdam , Leiden e l’Olanda meridionale.

Dopo un assenza quasi decennale….perchè non dovrei tornare???

magari con questa colonna sonora a scaldarmi dalla fredda e piovosa Olanda

 

#ladanubiana-Alcune Riflessioni

#ladanubiana-Alcune riflessioni

#ladanubiana
400 km in bicicletta, da Platting (Germania) a Vienna ( Austria), 66,6 km/giorno

Il tratto di Ciclabile del Danubio che ho fatto io ( l’intero percorso prima e finisce molto dopo) e’ un piccolo gioellino di organizzazione e logistica: un intero percorso protetto, una segnaletica puntuale, il recupero di strade secondarie, la riconversione di interi paesini e villaggi, il collegamento con altre ciclabili. In Baviera e in Austria sono riusciti a riconvertire una fogna inquinata( il Danubio) in una attrazione turistica che ha dato lavoro e sviluppo a tutti i paesini lungo le sue sponde ( ospitalita’, ristorazione, manutenzione strade, biciclettai,etc..). Il classico lavoro ben fatto: turismo ed economia green.

 

Volgo lo sguardo in Italia e mi fa una rabbia enorme sapere che il progetto VENTO ( acronimo del progetto di ciclabile lungo il Po per collegare Venezia e Torino) e’ nelle belle intenzioni dei promotori da 15 anni. Un progetto di collegamento ciclabile per collegare NordOvest e NordEst: un’idea che porterebbe lavoro e sviluppo lungo il Po, semplicemente COPIANDO quello che hanno fatto i nostri vicini. Mi chiedo se non sia normale pensare a rinchiudere gli assessori del turismo di Piemonte, Lombardia, Emilia e Veneto. Chiudergli in una stanza e farli uscire solo dopo che abbiano prodotto un progetto operativo, realizzando finalmente un’idea che e’ impantanata da dieci anni per gelosie politiche e lungaggini burocratiche!

#ladanubiana-sesta tappa Tulnn-Wien

 

#ladanubiana-sesta tappa Tulln-Wien 45km

Tappa finale senza grandi scossoni: ho portato al termine la tappa allungandola di proposito perche’ effettivamente abbastanza breve. E alla fine ho toccato quota 400 chilometri!
Sono riuscito, nonostante gufi e chi mi dava del pazzo a portare a termine il cicloviaggio da Passing a Wien lungo le ciclabile dell’ isar, del donau danubio e del trais.


Alcuni dati e alcune riflessioni nel prossimo post!

Vienna e il DonauCanal

L’atmosfera e’ molto vivace in questa citta’ che si specchia nei suoi caffe’ e nelle sue mille gelaterie, talmente strapiene ad ogni ora che farebbero la felicita’ dell’amico Dario.
Lungo questo canale artificiale e’ un susseguirsi di parchi, giardini, gente in bici, famiglie, locali e localini. le sue pareti interne, regno della street art viennese che sono venuto ad ammirare, ospitano i piu’ divertenti e graziosi graffiti che si trovano in citta’. Atmosfera godereccia come forse solo sul lungotevere di Roma ho visto.

Vienna la monumentale

Gli edifici della Vienna capitale dell’impero sono alti e di impatto visivo molto forte, barocchi nella loro impressionante monumentalita’. Questa grandiosita’ ostentata mi comunica un sentimento, triste e decadente, di maestosita’ un po’ stucchevole. Altisonante e un po’ tronfia, questa Vienna sembra convivere serenamente con l’atmosfera piu’ rilassata del lungo fiume, molto piu’ frequentato dai locali…

 

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